Le donne sono state muse ispiratrici di musicisti e cantautori. spesso ci siamo chiesti chi fossero, se veramente esistite nella realtà o nate solo dalla fantasia del loro autore. abbiamo cercato così di ripercorrere e analizzare alcune figure femminili che hanno colorato l'universo musicale nel corso dei secoli

IL CONTESTO: LA DONNA,LA MUSICA E L'OPERA LIRICA

Nel Seicento le possibilità per una donna di affermarsi nel campo musicale sono estremamente limitate. Le più fortunate in questo senso sono le nobili, le donne borghesi di famiglia colta, le "figlie d'arte", che possono trovare uno spazio come virtuose cantanti alle corti o nei teatri, e le monache. Queste ultime, per quanto non sempre "fortunate" (vista la prassi diffusa dell'obbligo al monacato), risiedono comunque in un ambiente in cui, nonostante i divieti e le restrizioni delle autorità ecclesiastiche, si svolgono attività musicali: la maggior parte delle compositrici secentesche opera infatti nei monasteri facendo parte del coro della chiesa.Successivamente incomincia a nascere l'opera lirica che è uno spettacolo teatrale composto da recitazione musica danza e poesia e quindi grazie ad essa la donna viene presa come fonte d'ispirazione per i musicisti che incominciarono a scrivere le loro opere .

MADAME BUTTERFLY

L'IDEA

Buttrfly fu scritta da Giacomo Puccini (1858 - 1924) .Madame Butterfly fu rappresentata al treatro alla scala di Milano,il 17 febbraio 1904, nella stagione di carnevale.puccini scelse il soggetto della sua sesta opera dopo aver assistito al DUKE OF YORK'S THEATRE di Londrain un atto di David Belasco, a sua volta tratta da un racconto dell'Americano John Long dal titolo Madame Butterfly.

Per la realizzazione dl dramma, Puccini si documentò senza sosta sui vari elementi orientali.Lo aiutarono una nota attrice Giapponese,SAOA YACCO, e la moglie dell'a

TRAMA

La storia ha inizio a Nagasaki, agli inizi del '900;Pinkerton, tenente della marina degli stati uniti, si unisce in matrimonio a Cio-cio-san, una geisha quindicenne.Il matrimonio si celebra secono la legge Giapponese;questo da diritto a Pinkerton di ripudiare la moglie in qualsiasi momento e prendersi una donna Americana.

Cio-cio-san dopo le nozze si farà chiamare Madame Butterfly.Poco dopo le nozze Pinkerton abbandona la giovane moglie e si riposa con l'americana Kate.Batterfly sa dell'accaduto ma ha comunque fiducia del marito.Dopo tre anni Pikerton fa ritorno a Nagasaki con Kate dopo che ha saputo di avere un figlio con Batterfly;la sua unica intenzione è di prendere suo figlio e portarlo neli Stati Uniti per educarlo secondo gli usi occidentali.Solo a questo punto Batterfy apre gli occhi e capisce la realtà delle cose.Decide dunque di dare un abbraccio al figlio e lo pone in una culla e lo benda delicatamente e si toglie la vita con un pugnale.

VIOLETTA LA TRAVIATA

L'IDEA

Violetta la Traviata è un opera scritta da Giuseppe Verdi sul libretto di Francesco Maria Piave.Viene considerata parte di una così detta trilogia popolare di Verdi.La prima rappresentazione avvenne al teatro LA FENICE il 6 Marzo 1853, ma venne considerata scabrosa e quindi fu ripresa l'anno successivo con buoni risultati con interpreti migliori. Lidea della traviata venne a Verdi come una folgorazione.Dopo le prime rappresentazioni teatrali della signora delle camelie di Alexandre Dumos figlio.

Abbiamo pensato di riportare la trama dell'opera attraverso i tre atti per ripercorrere le tappe della sofferenza di questa donna per amore di un uomo.

TRAMA

1° ATTO

Violetta Valery è una giovane cortigiana parigina, dedita al lusso e ai piaceri; il suo protettore, il barone Douphol, non le fa mancare nulla. La vita che conduce, però, non giova alla sua salute; è infatti ammalata di tisi. Una sera, per dimenticare la malattia che la affligge, invita i suoi amici a cena. E’ in quest’occasione che Gastone le presenta il suo amico Alfredo Germont, un giovane di buona famiglia che si è innamorato di lei.Successivamente Alfredo le raccomanda di badare di più alla sua salute, e le confessa di amarla da quando lei gli è apparsa un giorno.

Quando finisce la festa e Violetta rimane sola, ripensa alle parole di Alfredo e si chiede se anche per lei esista la possibilità di innamorarsi e cambiare vita; ma si risponde di no: tutto quello che può fare è vivere sempre libera e dedicarsi al piacere.Violetta e Alfredo si sono trasferiti nella casa di campagna di Violetta, lontano da Parigi. Qui vivono un’esistenza tranquilla, felici e innamorati. Violetta ha ormai cambiato vita per amore di Alfredo, e a lui sembra di toccare il cielo con un dito per la felicità.Tuttavia Violetta, per far fronte alle spese, deve vendere i suoi averi; quando lo scopre, Alfredo si vergogna e decide di partire per Parigi per onorare i debiti. Durante la sua assenza suo padre, Giorgio Germont, arriva in casa di Violetta e la accusa di dilapidare le sostanze del figlio. Violetta gli dimostra che non è così, e che è stata lei a provvedere alle spese vendendo i suoi averi. Germont capisce che Violetta prova dei sentimenti sinceri per il figlio, e che ormai ha cambiato vita. Tuttavia le chiede di fare un sacrificio: lasciare Alfredo per sempre, perché quel legame non è socialmente ammissibile; se continuano a vivere sotto lo stesso tetto, il matrimonio della sorella di Alfredo non si potrà celebrare; Violetta dovrà fare un sacrificio per questa giovane.

2° ATTO

Violetta scrive una lettera in cui dice ad Alfredo di avere nostalgia della sua vita di prima e di aver deciso di tornare a Parigi; pur sapendo di attirarsene la rabbia e il disprezzo, per amore di Alfredo è pronta a compiere qualsiasi sacrificio.Alfredo torna in casa proprio in quel momento, e si accorge che qualcosa di grave dev’essere successo. Ma Violetta nasconde le lacrime, dissimula la sua tristezza e si allontana da lui supplicandolo di amarla quanto lei lo ama.Dopo aver letto il contenuto della lettera, Alfredo è fuori di sé dalla rabbia. Suo padre, che non si è allontanato, rientra in casa per consolarlo e per cercare di convincerlo a tornare a casa con lui, in Provenza .Venuto a sapere che Violetta si recherà quella sera stessa alla festa della sua amica Flora a Parigi, decide di raggiungerla lì.Violetta arriva accompagnata dal barone Douphol. Alfredo lo vince al gioco e incassa una grossa somma di denaro. Violetta lo chiama e lo supplica di andarsene: gli dice di essere innamorata del barone. Alfredo, ancora più arrabbiato, fa una scenata e le getta i soldi ai piedi, chiamando tutti a testimonio che lui l’ha pagata. Violetta sviene. Tutti gli invitati condannano questo gesto, anche suo padre, che nel frattempo li ha raggiunti alla festa. Violetta perdona Alfredo perché lui non può capire che lei si sta comportando così proprio perché lo ama.+

3°ATTO

Violetta giace a letto, ormai gravemente malata e sente che ormai le resta poco da vivere: dice addio a bei sogni del passato e invoca il perdono di Dio. Giorgio Germont le ha scritto una lettera in cui le spiega che ha detto tutta la verità ad Alfredo: lo ha messo al corrente del sacrificio che lei ha fatto, e ora lui sta tornando a Parigi per chiederle perdono. Violetta si logora nell’attesa, il tempo sembra non passare mai. Infine Alfredo arriva, e nel rivederlo sente rinascere la speranza ; vorrebbe andare in Chiesa a ringraziare Dio, ma sviene; si rende conto che ormai sta morendo, proprio adesso che più che mai vorrebbe vivere . Anche il padre di Alfredo, pentito di quello che ha fatto, fa in tempo a chiederle perdono prima che si spenga.

LA DAFNE

L'IDEA

Il testo di Rinuccini fu scritto in occasione del matrimonio di Maria de Medici con Enrico IV di Francia e, musicato da Jacopo Peri, fu rappresentato per la prima volta a Firenze, in Palazzo Piti, il 6 ottobre 1600. L'Euridice musicata da Jacopo Peri è pertanto il primo melodramma, nel puro senso del termine, la cui messa in scena sia storicamente documentata, e ad essa viene pertanto riferito l'inizio dell'opera moderna. Pertanto il testo di Rinuccini è considerato uno dei primi libretti d'opera, ma non il primo in senso assoluto. Infatti il Rinuccini, un poeta assiduo della Camerata de' Bardi, aveva già composto attorno al 1595 un "libretto": una Dafne musicata dallo stesso Peri.

TRAMA

L'opera è ambientata nell'antica Grecia dove vive una ragazza di nome Dafne che canta l'inno alla natura senza provare interesse per l'amore umano.Un giorno Leukippos (suo amico d'infanzia) ama Dafne infatti la vuole come accompagnatrice alla festa di Dioniso , ma lei rifiuta e fugge.Nel frattempo il padre di Dafne organizza una festa a dio Apollo perchè secondo lui verrà a far visita agli umani in questi giorni.Dafne si ferma più lontana dal villaggio e incontra un pastore che gli dice che ha scoltato lei mentre cantava il suo inno,e poi dopo il pastore gli dà un abbraccio per poi parlare dell'amore.Dafne spaventata corre subito al villaggio e si intrufola alla festa di dioniso.Leukippos decide di travestirsi per ballare con dafne.Dafne accetta l'invito di ballare con quel giovane ragazzo incognito.Successivamente alla festa viene anche il pastore che ingelosito si toglie la maschera e tutti rimangono a bocca aperta perchè era apollo.Apollo uccide Leukippos ed è per questo motivo che Dafne incomincia a piangere e a disperarsi. Apollo così decide di fare Dafne una ninfa ed è così che la trasforma in un albero.

LA DONNA NELLA MUSICA CONTEMPORANEA

Dopo l'opera lirica abbiamo anche la musica di oggi, grazie alla quale i compositori riescono ad esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti. Molti compositori spesso hanno come musa ispiratrice una donna; tante sono state le protagoniste di alcuni testi della musica leggera; ne abbiamo scelto alcune che ci sono sembrate più significative.

LA CANZONE DI MARINELLA

La canzone di Marinella è un brano musicale scritto e composto nel 1962 dal cantautoreFabrizio De André con l'arrangiamento musicale di Gian Piero Reverberi.La canzone, scritta nel 1962, fu ispirata da un fatto di cronaca, che l'autore aveva letto su un quotidiano. « La Canzone di Marinella non è nata per caso, semplicemente perché volevo raccontare una favola d'amore. È tutto il contrario. »(Fabrizio De André, da un'intervista con Luciano Lanza (marzo 1993)[1])« [Il brano] É nato da una specie di romanzo familiare applicato ad una ragazza che a 16 anni si era trovata a fare la prostituta ed era stata scaraventata nel Tanaro o nella Bormida da un delinquente. Un fatto di cronaca nera che avevo letto a quindici anni su un giornale di provincia. La storia di quella ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle

Margherita di R. Cocciante

Un inno all'amore, alla bellezza ed alle emozioni che puo dare una donna ad un uomo nel senso più positivo e delicato. Una pagina epocale della musica italiana. I commenti li lasciamo avoi dopo aver ascoltato questa meraviglia.

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L'AURORA Eros ramazzotti

L'IDEA

Dopo la pubblicazione nel 1996, la canzone ha rapidamente scalato tutte le classifiche. Eros Ramazzotti dedicò l’Aurora a sua figlia nata dal suo amore con la bellissima conduttrice televisiva Michelle Hunziker.
Nel 2007 il brano è stato inserito nel CD con tutti i brani migliori di Eros Ramazzotti.

TRAMA

Il testo del brano “Aurora” è basato completamente sulla gioia del padre riguardante la nascita della sua primogenita. Il testo, poetico e romanzato, è stato creato su una base musicale molto romantica, che permette di sottolineare tutte le preoccupazioni del cantante, ma anche fargli gioire per la nascita della sua prima figlia.
Nel testo, Eros Ramazzotti paragona l’aurora a una stella, spingendola a credere. Perché se lei crederà, si ritroverà laddove altri non ci sono arrivati. Ramazzotti si augura anche che gli vadano meglio tante cose nel futuro e che questa sia dunque la serenità che egli si prospetta.
L’intera canzone è una dedica a Aurora Ramazzotti, sua figlia, con la speranza che questa possa regalargli un sorriso in un futuro nemmeno troppo remoto, dandogli gioie e facendogli respirare un’aria nuova. Il testo della canzone ruota anche intorno a quei sogni che a tutti capita di fare, che però bisogna inseguire fino in fondo, senza scoraggiarsi mai o restare indietro. È in queste parole che si ritrovano tanti ragazzi volenterosi di conquistarsi un posto al sole.
Ecco una celebre frase:
„Quello che c'è in fondo al cuore non muore mai... no che non muore mai... se ci hai creduto una volta lo rifarai se ci hai creduto davvero come ci ho creduto io

Per concludere il lavoro abbiamo trovato un medley di canzoni di tutti i tempi dedicate alla Donna.

Buon ascolto!!!!

A cura di Margherita Ambrosio Romina Ambrosio e Valeria Di Palma