Claudia Marando nasce a Soriano nel Cimino nel 1984. Muove i primi passi nel mondo dell’arte all’età di sei anni, disegnando con matita sul muro bianco della cucina della casa nativa, ma viene immediatamente stroncata dai genitori a suon di strilli e insulti. Traumatizzata, passa quindi alle scienze e si laurea in Medicina con indirizzo in Neurologia. Resterà tutta la vita affascinata dagli anfratti della mente umana. È nel momento di crisi esistenziale, che nasce dal rischio di contrarre una grave malattia virale, che decide di liberarsi della schematicità in cui si era rifugiata per anni e inizia a scrivere per se stessa e gli altri. Racconti brevi, ispirati al principio dell’improvvisazione teatrale, che non devono essere giudicati per essere compresi.

Giuseppe Serpolini alias Claudio nasce nel 1964 a Cannes Francia da genitori italiani rientra in Italia nel 1968. Mentre tentava di parlare francese si ritrova in Italia e non ci capisce più niente; nel pieno della crisi mistica - tra i sedici e diciotto anni - legge Jack Kerouak cosi si ritrova a scrivere pizzini su cose mentali quasi insensate - Il delirio dell’adolescente -. Da adulto comincia a leggere Agatha Christie, Camilleri, Tiziano Terzani e, nel pieno della saggezza, decide di fare teatro come se già non avesse fatto del teatro per tutta la sua vita. Si iscrive a un corso di scrittura creativa: non ha ambizioni ma tutto ciò lo libera e spera che i suoi scritti vengano apprezzati almeno per lo sforzo emotivo.

Giacomo Girolmetti nasce ad Assisi nel 1988. Chitarrista mancato, birrofilo dilettante, ateo tendente alla blasfemia, podista grottesco, apprendista improvvisatore teatrale, ingegnere per miracolo, a trentadue anni decide di dedicarsi a svolgere male una ulteriore attività iscrivendosi a un laboratorio di scrittura creativa, in cui può esprimere il proprio talento nel nascondere la mancanza di contenuti dietro una patina di ironia piuttosto scialba. La spiccata tendenza all’autocritica distruttiva lo spinge a trascorrere il tempo libero chiedendosi cosa stia sbagliando nel resto del tempo.

Michelangela Mazzuoli nasce a Sarteano, un tranquillo paesino toscano, dove tuttora vive. Frequenta il liceo classico in un'antica fortezza e inizia a scrivere racconti durante le sere d'estate immersa nel silenzio del bosco tra il frinire dei grilli. Poi, Michelangela, decide, con l'approvazione dei genitori, di complicarsi la vita, passando dall'accogliente mondo delle lettere antiche, della poesia e della letteratura, all'arido studio dell'economia e del diritto. La prova, sebbene spiazzante, viene superata e, a oggi Michelangela vive in mezzo ai calcoli, alle norme, ai tributi e ai temibili bonus fiscali varati a raffica dal Governo. Proprio per difendersi da questo mostro poliforme che è il mondo fiscale, Michelangela ha deciso di ridare spazio alla fantasia, alla creatività e alla scrittura. Ogni giorno combatte contro il sistema che tramite i suoi apparati, Inps, Equitalia Agenzia delle Entrate (il cui acronimo, fa notare, è Ade...ci sarà un motivo) cerca di imbrigliarci nelle sue catene tramite il varo di miriadi di norme e poi di norme in contrasto con quelle appena varate, sistema ampiamente usato in alcuni paesi per far impazzire le persone...Ne uscirà ancora savia di mente? O dovrà ricercare il suo senno sulla luna? Questa è una storia che dovrà presto scrivere...

Fiorella Chiacchierini nasce a Perugia, il primo giorno di primavera di tanti anni fa, da madre romana e padre umbro. È molto viziata, soprattutto dalla madre ma un giorno, dopo la sua ennesima richiesta assurda (possedere una vera scimmia), il padre le riporta una pecora e lei inizia a comprendere che non può avere tutto ciò che vuole. Passa la sua infanzia a giocare con la pecora ZipìZipì e a leggere favole, fumetti e racconti di ogni tipo, preferendo queste attività ad altre più sociali. Da adolescente la logica e il pensiero analitico hanno la meglio sulla creatività e si laurea in matematica. Nonostante non abbia mai amato confusione, caos e vita stressante, si trasferisce a Roma per lavoro ma la sua bolla prossemica non ringrazia e le suggerisce di tornare nella verde e tranquilla Umbria, dove tuttora lavora come insegnante. È da sempre appassionata di gialli e misteri insoluti e, data la sua estrema riservatezza e il suo terrore di parlare in pubblico, si sta ancora chiedendo come sia potuta approdare nel mondo dell’improvvisazione teatrale, non riuscendo comunque a risolvere l’enigma. In tempo di Covid si mette in gioco di nuovo, iscrivendosi a un corso di scrittura creativa, scoprendo così un nuovo interesse da coltivare.

Nata a Chiusi il 16 giugno 1991, Chiara Fabrizi ha vissuto per vent'anni nel ridente e verdeggiante paesino termale di Chianciano Terme per poi spostarsi per amore nella confinante Umbria, dove già aveva vissuto con svariati coinquilini per sopravvivere alle spese universitarie. Sin dalla tenera età di tre anni aveva una vasta fantasia e conoscenza della struttura della favola dando la colpa al cattivo per eccellenza (il lupo) quando la madre le chiedeva chi aveva scritto sui muri. Durante gli anni del liceo poi, prendendo molti cinque nei suoi temi, diceva con rabbia alle sue amiche che prima o poi avrebbe scritto qualcosa e che sarebbe diventata famosa solo per avere la rivincita sulla tanto odiata prof. Dopo aver bocciato per tre volte l’esame di chimica e per due volte quello di matematica all’Università, ha rinnovato la sua promessa capendo che l’area umanistica faceva più per lei. La sua sete di vendetta si è trasformata poi in voglia di far appassionare alla scrittura i bambini della scuola in cui insegna, rendendo quel momento un’occasione di divertimento. L’occasione è giunta quando il suo destino, sotto la magia del Natale 2014, si è incrociato con l’Associazione di Voci e Progetti, con il suo zio Renato e con il Prof. Lorenzo, con il quale ha iniziato un percorso di scrittura creativa.

Federica Nossini nasce a Castiglione del Lago il 28/08/1984. Ha da sempre un temperamento artistico che cerca di sedare a causa della sua tirannica razionalità. Muove i primi passi nella danza, canticchia, partecipa a cabaret da camera, inizia un corso di improvvisazione teatrale, ma nelle maglie silenziose della sua casa continua sin da bambina a riempire pagine di pensieri. Scrive una prima poesia in quinta elementare, poi in terza media poi alla maturità. Cerca di tarpare il suo desiderio ribelle di prendere la penna e la matita per farne versi e prosa. Lo studio del diritto, delle leggi, fa cessare ogni guizzo colorato di creatività, ingabbiando il suo callo da scrittore in una ingessata e quanto mai arida tecnica giuridica. Infine, nel burrascoso silenzio della pandemia, si iscrive a un corso di scrittura creativa, per divertimento e nascono questi scritti, di una mano che si è sentita libera nel periodo di minore libertà di tutto il mondo.

Chi leggerà questa nota potrà riconoscersi in qualche tratto, non tratto tratto ma TRATTO-PEN, perché è da lì che tutto ebbe inizio. Mi chiamo Monica Ferracchiato, sono nata a Spoleto l'11 giugno del 1972 e mia madre capì subito che la mia vita si sarebbe svolta tra penne e parole. Topolino fu la mia prima esperienza letteraria semi seria e Le Avventure di Pinocchio la prima tra le serie. Presi in mano una TRATTO-PEN nera e tracciai i confini di quelle che sarebbero state le copertine dei miei futuri libri. Un grazie va a mio padre che li ha conservati per anni sostenendo che gliene sarei stata grata, e così è stato. Divenne la mia fedele compagna anche quando finì l'inchiostro, e da allora tutti i miei libri hanno almeno un capitolo scritto a TRATTO-PEN. Buona lettura.

Pietro Oliva Fonteni nasce a Brescia il 28/02/1970, la famiglia lo sballotta in giro per l’Italia, fino ad approdare all’eta di tre anni ad Assisi. Qui si è costruito una solida reputazione di ateo anticlericale, grazie agli insegnamenti che la chiesa gli forniva quotidianamente. In famiglia è stato sempre la pecora nera in fatto di letteratura, toccando il fondo con l’ormai famoso tre e mezzo al tema di storia della maturità, fuori tema! Parole del professore appena realizzò che ero l’autore del tema:”lei perché ha fatto il tema di storia?” Da giovane ha esercitato diverse professioni, tutte nel campo della ristorazione. Lavapiatti, cameriere, aiuto cuoco. Approccia in farse adulta a un piccolo corso di scrittura creativa, levandosi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti dei parenti, ma ha ancora tanto da imparare...

Pietro Tozzi nasce a Camerino il 29-09-1986, data significativa che indirizzerà le sue scelte per tutta la vita. Sin da piccolo manifesta un’intensa passione per la notte che rappresenta il suo habitat naturale per tutto quello che lo appassiona: sport da divano di ogni genere, musica leggera ma non troppo e a volte la scienza. La nube radioattiva di Chernobyl e il compleanno condiviso con Enrico Fermi indirizzano la scelta dei suoi studi e si immerge nel mondo della Fisica risultando più avvezzo al suo racconto che alla sua comprensione, anche per questo più avanti si orienterà, una volta ottenuto il dottorato di ricerca, verso l’insegnamento. I suoi studenti preferiti sono sicuramente quelli che escono sempre sconfitti dalle vicissitudini che incontrano un po’ come la sua squadra del cuore, la Roma, grande passione poca soddisfazione. Ecco, la Fisica e la Roma, rosso e giallo, l’amore per i gialli e i personaggi maledetti che bevono e fumano a dismisura per svelare i misteri sono le sue più grandi fonti di ispirazione. Intraprende la carriera narrativa per dare libero sfogo a tutte le immagini e pensieri che popolano le sue notti insonni e che hanno bisogno di essere raccontati.

Stefania Moretti nasce a Città della Pieve (PG) il 12 Agosto del Millenovecentognègnèsette. Stefania denota fin da piccola una spiccata passione per le materie letterarie. E infatti, in piena coerenza con le scelte di vita che avrebbe successivamente compiuto, si iscriverà a un istituto tecnico di ragioneria. Dopo aver girato sagre e balere fin dall’età di sei anni suonando fisarmonica e batteria in un gruppo liscio, Stefania prosegue con i complessi nel periodo dell’adolescenza «...e sono grassa... e sono brutta...», raggiungendo finalmente un armistizio con se stessa intorno al suo sesto lustro di vita. Appassionata di musica dal vivo e di musica di morti, di viaggi e fotografia, di arti circensi e all’improvviso, di freddure e metafore, intrappolata in un’apparente banale quotidianità, Stefania trova la sua salvezza nell’ironia e nell’osservazione della straordinarietà delle cose semplici. Scimmiottando la propria condizione, alla domanda «Cosa fai nella vita?» suole rispondere «Faccio la segretaria...ma sono sotto copertura!». Dopo aver negli anni prodotto una quantità incalcolabile di brevi e lunghi pensieri scritti di getto, Stefania, supera una durissima selezione per accedere a un rinomato e costosissimo Corso di Scrittura Creativa gratis. Da qui il Viaggio prosegue perché, come ama dire «La noia può essere così tremendamente avventurosa!».

Veronica Mazzuoli è Toscana di origine, ma umbra di adozione. Ha lottato per anni in difesa del dittongo "ie" vilmente maltrattato dai suoi amici e concittadini. Odontoiatra Specialista, dopo la laurea ha scritto perlopiù diagnosi a uso di compagnie assicurative aride di rimborsi per spese odontoiatriche. Si decide a partecipare a un corso di scrittura creativa per dare un po' di sfogo alla sua fantasia per anni utilizzata solo per giustificare ritardi a lavoro. Dopo aver inventato scuse di ogni sorta: dal banale problema all'auto al più arzigogolato scambio di valigie in treno, con annessa spy story sul regionale Chiusi-Arezzo, ha colto al volo l'occasione di raccontare nuove storie. Amante di ogni sorta di gioco, terribilmente sbadata e sempre di corsa non ha grandi talenti però ci mette sempre molta attitudine divertendosi tanto.

Milena Di Consoli nasce nella ridente cittadina denominata la perla del tirreno: Maratea. Posto meraviglioso, baciato dal sole, un piccolo lembo di terra - l’unico della Basilicata - che si affaccia sul Tirreno e fa l’inchino a uno scorcio di costa senza paragoni. Molto legata alla sua famiglia, in particolare ai genitori e a suo fratello, in una recente intervista dice che loro sono la sua maggiore fonte di ispirazione e che mai ne avrebbe potuta avere una migliore. Laureata in lettere moderne, si è poi specializzata in Linguistica filologia e letteratura italiana all’università della Basilicata. Di sé ama dire: “io non volevo andare all’università, volevo viaggiare, ma ringrazio mio padre per avermelo gentilmente imposto”. Milena ha da sempre un carattere estremamente empatico; si è cimentata in diversi lavori e ha vissuto in diverse zone: dalle isole Canarie, a quelle greche per finire con un brevissimo perido negli Usa. Attualmente è una consulente commerciale. Il suo amore per la scrittura nasce dalla fame di racconti che ama ascoltare da qualsiasi persona. Con chiunque cominci a parlare di qualsiasi cosa, finisce col fare immancabilmente tante domande, ricavandone così sempre storie nuove. Dice Milena: “Mi definisco una spugna parlante: parlo e assorbo. Poter scrivere e quindi condividere mi rende felice”.

Patrizia Agabiti nasce a Perugia il 26/10/1970, bambina solitaria e sognatrice, All’età di tredici anni scopre il piacere della lettura con “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci: da quel momento inizia il piacere di viaggiare nel tempo e nelle vite dei personaggi descritti nei libri, con il desiderio di trovare frammenti di brani che si adagiassero alla sua anima fino al punto di sembrare essere stati scritti per lei. Madre di tre bellissime figlie definite da lei stessa “il trio che illumina le mie giornate” e già conosciuta per le sue Patriziadi: raccolta di interpretazioni e rivisitazioni di parole e detti della lingua italiana. Si affaccia a un Laboratorio di scrittura creativa casualmente per mettersi in gioco e scoprire nuovi lati di se stessa.

Nato sul finire del decennio che ha consacrato il movimento hippy, per qualche sconosciuto effetto di attrazione-repulsione Paolo Zuccarini ha ereditato da questi una insolita passione per la stravaganza che riesce a trasmettere nei suoi scritti e nel suo modo di comunicare, che in effetti poche persone riescono a comprendere e a leggere fino alla fine senza cadere nella tentazione di riciclare la carta, occasione interessante almeno per aiutare l’ambiente. I suoi contenuti sono di solito legati alle esperienze vissute durante la sua carriera lavorativa, in cui ha avuto modo di venire a contatto con situazioni paradossali incontrate nei quattro angoli del globo, occasioni che sono state per lui ghiotte fonti di raccolta di storie che ora reinterpreta nei suoi scritti alla luce di uno spirito ironicamente critico e paradossalmente ottimistico.

Chiara Berichillo nasce nella gutturale Foligno ma presto si sposta al seguito della famiglia a Città di Castello, dove apprende l’uso della <e> palatale arretrata e le gioie della ciaccia condita con la mortadella. Dopo un’infanzia dedita a scapigliati viaggi nel pulmino volkswagen del prete e alla lettura di Lupo Alberto, il nomadismo familiare la porta a spostarsi di nuovo a Bastia dove, non avendo di meglio da fare, si iscrive al Liceo Classico. Mal interpretando il consiglio di alcuni docenti a cimentarsi nell’uso della zappa, intraprende gli studi di archeologia, al termine dei quali impara a trattenere il proprio istinto omicida di fronte alla frase “come sono pentito di non aver studiato archeologia” pronunciata da facoltosi notai. Intanto ha intrapreso la sua carriera da guida turistica, e dopo aver convinto un gruppo di pensionati di Montegrotto Terme della sublime armonia architettonica delle scale mobili di Cascia scopre un particolare talento narrativo, che la spinge ad avvicinarsi all’improvvisazione teatrale. Avendo abilmente distratto con una buona dose di alcolici il mediocre critico letterario che vive nel suo cervello e che non le ha mai permesso di produrre più di qualche incipit, si è avventurata con moderata incoscienza in questo corso di scrittura creativa.

Filippo Maistrello, fin da piccolo, sviluppa un odio viscerale per i libri, dedicandosi alla lettura esclusiva dei fumetti. Cerca di osteggiarlo in questo la maestra elementare che, neanche troppo velatamente, gli vieta di continuare a comprarli. Ligio al dovere, li fa comprare al padre in modo da portare avanti la propria missione senza infrangere le regole imposte dall’autorità. Realizza comunque di essere sulla strada giusta quando, alle medie, la professoressa di italiano assegna alla classe il compito di trasformare il romanzo “Belle e Sebastien” in un fumetto. Non sapendo disegnare, assegna il compito alla sorella maggiore scoprendo inconsapevolmente il significato della parola “delega”: attribuirsi i meriti di cose fatte dagli altri. In seguito a questa illuminazione, studia da anni il modo di guadagnare in modo legale sul lavoro degli altri, finora senza successo. Nel frattempo, decide di cimentarsi nella scrittura creativa con l’intento di diventare famoso come “colui che ha scritto più libri di quanti ne abbia mai letti”.

Luciano Carrera nasce in Puglia nel marzo di quarantadue anni fa. La sua formazione letteraria comincia con i racconti in vernacolo della sua nonna, i romanzi a fumetti sottratti al padre con l’inganno e con gli insulti che subisce puntualmente a scuola dai ragazzi più belli. Dopo un’infanzia e un’adolescenza tranquilla dove scrive manuali di autoaiuto per pescatori d’altura (pur non sapendo niente di pesca d’altura) decide di trasferirsi in Umbria dove frequenta l’accademia di belle arti con lo pseudonimo (che userà solo lui per tutto il periodo universitario) di Mazinga Zeta Modigliani. Conclusi gli studi nel 2001 scopre la sua vera vocazione, quella di raccontare avventure altrui senza viverne nessuna, e comincia a scrivere brevi racconti che poi illustrerà senza nessun successo. Schiacciato dal peso delle bollette, allora decide di cominciare a lavorare come grafico, ma non abbandona il suo sogno nel cassetto di diventare un cantastorie. Prova con il fumetto, prova con la video arte e prova pure con il teatro, anche quello improvvisato. Il corso di scrittura è la sua ultima spiaggia. Vive e lavora a Perugia.

L’autrice Muriel Coletti nasce negli anni sessanta a Nizza, padre di origine Italiana e madre Nizzarda. Cresce in una famiglia allargata tra Nizza e Parigi . A sei anni fa il suo primo viaggio in Italia, nel paese d’origine del padre, insieme alla nonna che le racconta, invece della storiella della buona notte, la sua infanzia di figlia di contadini o il bombardamento del ponte sul Tevere. Cresce con un amore smisurato per l’Italia. Di poco appetito da bambina le inventavano che quello che mangiava veniva da Umbertide! Il padre la portava a teatro e al cinema non considerando sempre la giovane età nella scelta degli spettacoli. Il suo approccio alla scrittura lo fece con un diario ma durò pochissimo. Si è specializzata nelle lettere fiume che mandava alle amiche rimaste a casa, nelle quali descriveva la sua vita da adolescente nel paesino Umbro. Finito gli studi in tecniche di commercializzazione si trasferì in Italia. Alterna letture in Italiano e Francese per non dimenticare. È finalmente riuscita a seguire un corso di teatro e, con sua grande sorpresa, uno di scrittura creativa.

Linda Carbonari nasce ad Assisi il 19 aprile 1988 da mamma tedesca e papà perugino. Vive nel tempo in varie zone del capoluogo umbro, venendo a contatto con le diverse inflessioni dialettali del territorio. Dopo gli studi universitari in Relazioni Internazionali svolge diverse attività lavorative all’estero, per poi riapprodare nel 2012 nell’azienda di famiglia, dove cura tutto il settore della comunicazione italiana e straniera. Grande amante del teatro inizia a praticare corsi propedeutici all’età di dieci anni per proseguire nel mondo del teatro di testo, del musical e dell’improvvisazione. La propensione per la scrittura inizia in tenera età alle scuole elementari, quando scrivere i temi assegnati dalle insegnanti era il momento favorito della giornata. Influenzata da scrittori fantasy come J.R.R. Tolkien, George R.R. Martin, J.K. Rowling e I profeti di Dio ne L’Antico Testamento sviluppa un orientamento verso tutte le storie che coinvolgano l’uso della fantasia e la creazione immaginaria di mondi inesistenti.

Giulia Galli nasce ad Assisi il 12 marzo 1983 e dopo un percorso di studi ordinario e non particolarmente degno di nota si laurea in legge. Si iscrive all’Albo degli Avvocati malgrado il suo odio per i logorroici e per gli uomini cui piace indossare la cravatta. Profonda indagatrice dell’animo umano, trova nella saggistica antropologica la sua consacrazione nel tentativo (vano) di creare alibi poco plausibili al moltiplicarsi nella società moderna di azioni beote e inspiegabili. Nel 2013 vince il premio Alberi tagliati inutilmente con il suo saggio d’esordio Cento soluzioni alla misantropia senza passare dalla strage, cui segue la trilogia scientifico- divulgativa Pressappochisti che si credono recensori acuti, Fini psicologi che individuano la personalità altrui in base al segno zodiacale e Insulsi che tentano di mistificare la propria mancanza di personalità tatuandosi. Del 2018 i manuali brevi Come sembrare di sinistra senza le Converse e Come combinare con credibilità foto ammiccanti a didascalie politicamente o socialmente impegnate. Editorialista del settimanale Disagi e Pochezza, cura una rubrica sulla libertà di espressione, con l’unico, malcelato, intento di persuadere il legislatore ad abolire il suffragio universale.

Elisa Minchielli nasce nel 1977 in un paesino tra la verde valle di Spoleto e la fiorente Foligno. Trasferita a Umbertide per motivi di cuore, che detta così sembra una sofferenza ma a volte effettivamente lo è, fin dalla giovane età la sua passione più grande è la lettura: dai racconti di avventura ai saggi politici la sua sete si dimostrò inesauribile. Nonostante la volontà di concretizzare questa passione in un suo personale scritto, Elisa non riesce a trovare la giusta ispirazione, fino a quando una tremenda pandemia la costringe a rimanere a casa. E nelle mura domestiche, tra le urla dei suoi figli, Teo e Yuri, tra bucce di arance appiccicate sul pc e i bicchieri vuoti di gin lemon lasciati sulla scrivania dal marito Achille, Elisa trova la voglia di frequentare un bellissimo corso di scrittura on line. La sua ispirazione è imminente, veloce, rapida e selvaggia: tutto quello rimasto nel suo intimo, tra le pieghe delle sue sofferenze, negli orditi dei suoi ricordi, Elisa lo tira fuori, e la sua vita si fa testo e con uno stile profondo ma nello stesso tempo leggero, comico ma anche drammatico, simpatico ma a volte triste, e quello che ci trasmette, alla fine di ogni suo scritto è la frase : “porca miseria che vita del cavolo!”