La favola

Le favole sono presenti in tutte le culture del mondo, hanno origini antichissime e sono nate dalla tradizione orale (erano raccontate a voce già molto prima di essere scritte)

Le caratteristiche della favola sono:

1. Ambientazione a. in un tempo indefinito (“Un giorno…”, “Una volta…”); b. in un luogo definito in maniera generica (“Lungo la sponda di un rivo…”, “In uno stagno…”).

2. Personaggi a. sono pochi, di solito due b. sono animali (più raramente oggetti o persone) che rappresentano caratteristiche umane (furbizia, forza, invidia…).

3. Morale a. esplicita: espressa in una frase posta all’inizio o alla fine del testo; b. implicita: non scritta, lasciata quindi alla riflessione del lettore.

4. Struttura della narrazione: è sempre molto semplice, segue uno schema fisso a. presentazione dei personaggi e della situazione iniziale; b. fatto che modifica la situazione iniziale; c. soluzione finale con il prevalere di uno dei personaggi sull’altro.

5. Linguaggio: è semplice e comprensibile a. frasi brevi e con poche subordinate; b. lessico quotidiano; c. utilizzo del discorso diretto.

La prima favola scritta è forse quella dell’usignolo e dello sparviero, opera del poeta greco Esiodo (VIIIVII secolo a.C.). Lo schiavo greco Esopo (VI secolo a.C.) è l’autore della prima raccolta di favole (oltre quattrocento), in cui riunisce e trascrive gli antichi racconti popolari. Sono testi molto semplici, con la morale sempre esplicita, che riflettono una visione realistica della vita, in cui i deboli devono difendersi con l’astuzia dalle prepotenze dei ricchi. È lo schiavo di origine greca Fedro (15 a.C. circa - 50 d.C.) a introdurre la favola classica nel mondo romano, pubblicando cinque libri di favole in versi, tratte soprattutto da Esopo. Rispetto a Esopo, le favole di Fedro sono più “politiche”: contengono numerosi riferimenti alla vita pubblica e privata di Roma ed esprimono una dura critica alle ingiustizie della società del tempo.

La lepre un giorno si vantava con gli altri animali: Nessuno può battermi in velocità - diceva - Sfido chiunque a correre come me. -La tartaruga, con la sua solita calma, disse: - Accetto la sfida. -Questa è buona! - esclamò la lepre; e scoppiò a ridere. -Non vantarti prima di aver vinto replicò la tartaruga. - Vuoi fare questa gara? -Così fu stabilito un percorso e dato il via.

La lepre partì come un fulmine: quasi non si vedeva più, tanto era già lontana. Poi si fermò, e per mostrare il suo disprezzo verso la tartaruga si sdraiò a fare un sonnellino. La tartaruga intanto camminava con fatica, un passo dopo l'altro, e quando la lepre si svegliò, la vide vicina al traguardo. Allora si mise a correre con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi per vincere la gara.

La tartaruga sorridendo disse: "Non serve correre, bisogna partire in tempo." Morale: Non bisogna mai sottovalutare il proprio avversario.