Le note sono un aspetto molto particolare della scrittura di un ebook o in generale di un testo digitale. Cosa sono le note? In un certo senso sono qualcosa di naturalmente digitale, anche quando vengono pensate e realizzate per la carta.
Generalizzando, una nota è un contenuto atomico, che aumenta qualcosa di cui si parla nel flusso di lettura principale. Sto parlando di Carlo Magno e voglio dire qualcosa che – nel testo che sto scrivendo – non ci stà.
I motivi per cui non ci sta possono essere diversi:
- dà informazioni che sono correlate al discorso principale, ma che disturberebbero o confonderebbero il ragionamento lineare che sto portando avanti se le inserissi in corpo;
- fornisce riferimenti che sono altrove rispetto al mio testo;
- fornisce esegesi del testo, che possono o non possono interessare il lettore e che sono quasi una lettura a se stante, con contenuti anche importanti;
- …;
…e molti altri ancora. Quello che è importante è che la nota è di fatto linkata al testo principale, nel senso che i miei occhi devono abbandonare quello che sto leggendo per spostarsi altrove, in pié di pagina o in pié di capitolo, per poter accedere a questo atomo di testo, per poi tornare a leggere il punto abbandonato. Se ci pensate altro non è che un link, simile a quello delle pagine web.
Nell’editoria tradizionale questo link analogico è gestito attraverso un segno che rimanda ad uno spazio che – per consuetudine – si trova in basso nella pagina, o in una sezione del libro che stiamo leggendo. Si tratta evidentemente di una formalizzazione a cui si affiancano altri tipi di nota, anche se non considerati come tali. Si pensi alle note aside, poste al margine, o anche ai box di testo, in cui viene sviluppato un tema parallelo o correlato a quello principale.
In digitale cosa avviene? Non esistono le note a piè di pagina così come noi le conosciamo, perché di fatto non esiste la pagina. In ebook perché le pagine sono virtuali, si modificano a seconda delle dimensioni della device o dei desideri del lettore. Sul web la pagina è in realtà uno scroll che esonda le dimensioni dello schermo e che – appunto – va navigato in tutta la sua dimensione per trovare il fondo pagina.
Quindi, in genere la nota, da link virtuale diventa un link informatico. Si trasforma in un collegamento che conduce al posto dove si trova il contenuto atomico e viceversa.
ePubEditor gestisce questo contenuto aumentato attraverso il pulsante formattazioni e la voce annotazioni. Il testo digitato appare con un font e colore differente e vive nel testo correlato in fase di redazione. Ma quando il contenuto digitale viene esportato come minisito o come ebook, la nota si trasforma in link utilizzando quando possibile anche la tecnologia del pop-up.
Da notare che il tradizionale apice numerico viene trasformato in un numero circondato da parentesi quadre. Perché? Ricordiamoci che ogni formalizzazione ha senso se riferita al suo reale utilizzo e allo strumento con cui la andiamo ad usare. In questo caso, nel momento in cui una nota diventa una link cliccabile o toccabile, dobbiamo trasformare il segno puramente grafico del rimando in un pulsante premibile perché sia agevole l’utilizzo del collegamento, specie per chi accede con dispositivi touch.
Ma una volta che abbiamo capito come riprodurre in digitale una nota a piè di pagina analogica, può nascere il desiderio di concepire direttamente in digitale una nota e vedere se gli strumenti del digitale possono dare vita a qualcosa di diverso.
Sarà il tema della prossima puntata.
Commenti recenti